S.T. DOC RIESLING 2010
FALKENSTEIN NATURNO (BZ)
Vini di territorio, di “terroir”, vini dell’anima……dell’uomo.
Vino S.T. DOC Riesling 2010 Falkenstein
“Il vino ha la stessa personalità di un fanciullo: è delicato, vulnerabile, libero. Entrambi hanno bisogno di essere accompagnati nel loro processo di sviluppo. Durante questo periodo della loro vita condividiamo con loro momenti belli e momenti difficili, fino a che non saranno diventati abbastanza maturi per cavarsela da soli”.
Non sono parole mie, anche se le condivido in toto, ma di Franz Pratzner che, con la moglie Bernadette, conduce l’azienda Falkenstein, a Naturno (BZ). Situata alle pendici del Monte Sole, nasce come azienda frutticola, ma nel 1989 la coltivazione delle mele viene sostituita dalla viticoltura.
I vigneti, quasi esclusivamente di vitigni a bacca bianca (una piccola nicchia è dedicata al Blauburgunder) sono alloggiati su rocce primitive e vanno da 600 a 900 m di altitudine, per complessivi 12 ha, con una produzione di 90.000 bottiglie.
I vigneti situati più in alto sono quelli del riesling renano (da 9.000 a 12.000 ceppi per ha), vitigno a maturazione tardiva, raccolto nella prima quindicina di ottobre, fermentato in grandi botti di legno di acacia, dove sta a contatto con le fecce per 10 mesi, ai quali seguono 12 mesi in vetro.
Ed ora, finalmente, la parola al vino.
Tappo a vite, che annuso: idrocarburi, polvere da sparo e delicatissimo zest di arancia.
Oro verde luminosissimo, cade nel bevante borbottando, con peso importante, si aggrappa ostinato alle pareti e non ne vuole sapere di “mollare la presa”. Conto oltre una decina di secondi prima che, con archetti strettissimi, offra lacrime alcoliche “boterizzanti” (14,5°).
A bicchiere fermo il naso è di frutta a pasta gialla, agrumato e di importante mineralità.
Prime rotazioni per definire le seguenti famiglie di aromi: floreale, fruttato, speziato, minerale.
Altre rotazioni a godere delle incredibile finezza cromatica di questo riesling, con una naso che si apre a ginestra appassita, zest di arancia, cedro e lime, pesca gialla (pelosa) ed albicocca tra il maturo ed il disidratato, camomilla, rosmarino e salvia secchi, zafferano, anice, pierre a fusil, idrocarburi.
Naso di incredibile finezza, ampio e molto equilibrato, con particolare riferimento alla “misura” dei norisoprenoidi, a volte dominanti nelle loro note idrocarburiche.
Il primo sorso spalanca la bocca con le importanti “leve” pseudo caloriche (14,5°), abboccato, di convincente morbidezza, in perfetto equilibrio gustativo, grazie alla freschezza (acidità), che ancora spreme fluida salivazione ed alla importante sapidità.
Altro sorso che muovo delicatamente in bocca, schiacciandolo con la lingua sul palato, con sapori fruttati evoluti estremamente piacevoli, che fanno pensare a pesca gialla ed albicocca sciroppati, scorzette di agrumi candite, estratto di verbena, erbe aromatiche secche, zafferano e curry, con chiusura lunghissima, interamente dedicata a finissimo carburante e polvere da sparo.
Perfetto, assolutamente perfetto. Se fossimo in Germania, direi “halbtrocken” di grande qualità.
L’evoluzione, ancora in atto, anche se già molto soddisfacente, mi porta a dire che è un vino che può stare da solo, ma il rapporto con il food è per me prioritario, che in questo caso dovrà offrire sapidità da domare con la “dolcezza/morbidezza” di alcol, glicerina e zuccheri residui, quindi:
- antipasti – ricci di mare, crostini imburrati con scaglie di bottarga di muggine, aringhe affumicate sott’olio, carpacci affumicati di pescato;
- primi piatti – spaghettoni di Gragnano con la colatura di alici, linguine con i i ricci di mare o con la bottarga, bigoli in salsa;
- secondi piatti – rombo chiodato al forno con capperi, olive e pomodorini, pesce azzurro alla griglia generosamente agliato/prezzemolato, pescatrice di mare in guazzetto, anguilla alla griglia.
Anima, nel bicchiere vuoto, di frutti gialli disidratati, tabacco dolce da pipa, mandorla tostata.